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La Via di Iside

Sciamanesimo, arte rupestre e antichi culti all'origine della spiritualità egizia.





Iside, la Grande maga, simbolo di sapienza esoterica, ci conduce in un viaggio alla scoperta delle radici della religione egizia, che affonda nella lontana preistoria. La Via di Iside descrive l’arte rupestre del Nord Africa, intrisa di credenze magico-iniziatiche, le influenze simboliche e le numerose correlazioni che portano a riconoscere la spiritualità egizia come espressione di una tradizione animistico-sciamanica, evidenziata da testi, simboli e rituali.


Alcuni argomenti trattati nel libro sono:

• L’arte rupestre come espressione della visione del mondo e del rapporto con gli spiriti della natura dei popoli preistorici, che si ritrovano anche nella religione egizia.

• I Testi delle Piramidi, la più antica raccolta di formule magico-rituali egizie, che conservano una reminiscenza sciamanica, come rivelato dalla descrizione del viaggio dell’anima tra i mondi e delle sue possibili metamorfosi.

• La figura del faraone-sciamano come custode di conoscenze che lo riconoscevano unico intermediario tra gli dèi e gli uomini. • Gli scettri egizi come simboli di poteri, che derivano dagli strumenti degli antichi sciamani

• L’eredità iniziatica dei rituali e dei simboli egizi come la festa della Rigenerazione, l’Occhio di Horus, il Djed e l’Ankh.


La Via di Iside nasce dal mio desiderio di esplorare una aspetto dell'antico Egitto meno noto; la ricca tradizione sapienziale si intreccia con il tempo mitico del Sahara verde.

Per quanto possa sembrare fuori luogo, la cultura esoterico-spirituale egizia conserva vivide tracce di sciamanesimo tribale e di animismo rintracciabili in primis nei Testi delle Piramidi, e poi nei rituali di rigenerazione del faraone e nei simboli.


I Testi delle Piramidi sono un esempio di testi sacri che contengono elementi sciamanici. Sono certamente testi funerari ma le formule spesso ambigue conservano il retaggio di pratiche sciamaniche.


Si tratta di formule rituali incise sulle pareti delle camere sepolcrali dei faraoni della V e VI dinastia, a partire dal 2500 a.C. Queste formule avevano lo scopo di aiutare il faraone a compiere il suo viaggio nell’aldilà, dove avrebbe dovuto affrontare prove e pericoli, incontrare divinità e antenati, e infine unirsi al dio-sole Ra.

Per fare questo, il faraone doveva trasformarsi in vari esseri, e queste trasformazioni sono tipiche dello sciamanesimo, che prevede la capacità di cambiare forma, acquisendo il potere della creatura evocata. Pensiamo ad esempio a "Lo sciamano di Trois Frères", una figura dipinta nella grotta di Trois-Frères, in Francia, e risalente a 13.000 anni fa, che rappresenta un uomo con tratti animali, come corna, coda e zoccoli. Si pensa che sia una raffigurazione di uno sciamano, cioè un intermediario tra il mondo umano e quello spirituale, capace di entrare in trance e di trasformarsi in animali.

Lo sciamano di Trois-Frères è considerato uno dei simboli più enigmatici e affascinanti dell’arte rupestre preistorica, che esprime la visione cosmica e religiosa dell’uomo paleolitico.


Le tradizioni sciamaniche egizie sono state conservate anche dall'arte rupestre, come testimonia il patrimonio di immagini di Gilf Kebir. Racconti e visioni di migliaia di anni fa che raccontano

la vita quotidiana, le credenze religiose, ma anche le esperienze mistiche e le pratiche magiche degli antichi abitanti del deserto.

E poi c'è Nabta Playa, il cromlech egizio del V millennio a.C. Costruito per prevedere l’arrivo delle piogge monsoniche e ringraziare la divinità femminile protettrice del sito, a cui probabilmente l’intero complesso era dedicato. Si tratta di una dea dalle sembianze di vacca incisa in un grande menhir che sembra anticipare la grande dea Hathor.


Ciò che si scoprirà leggendo il testo e che anche l'Egitto ha avuto la sua tradizione sciamanica ed essa era alla base della ricerca di equilibrio tra le forze che animavano l'universo (Maat Isfet), e della comunicazione con il mondo invisibile, attraverso l’uso di tecniche come la trance.

Bisogna solo seguire la Via di Iside





















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