LA MENTE CREATRICE
Spinoza aveva ragione, Deus sive natura?
Ricercare un’entità esterna per spiegare la perfezione del funzionamento della natura e della vita è un tentativo irrazionale.
Quella che noi chiamiamo La Mente Creatrice, ossia Dio, è la natura stessa fatta di leggi e correlazioni. Il filosofo olandese lo spiega benissimo: Dio è come una sostanza unica e infinita, che è la causa immanente e libera di tutte le cose, che vivono della sua potenza e la esprimono in infiniti modi.
La Natura/Dio è quindi un’unica sostanza, con infiniti attributi che non può essere toccata dagli obiettivi particolari che gli uomini si danno nei loro progetti e aspettative di vita.
Infatti, come sostiene Spinoza, la natura e la vita sono espressioni della sostanza divina, che è causa di sé e di tutto ciò che esiste.
La sostanza "divina" della Mente Creatrice è la mente stessa, che tutto genera, regola, seleziona.
La Mente Creatrice è immanente, non esterna.
Non c’è quindi bisogno di cercare una entità creatrice o un progetto intelligente al di fuori della natura stessa, ma basta conoscere le sue leggi e le sue correlazioni, che sono necessarie ed eterne. Solo così possiamo comprendere la natura come un tutto armonico e perfetto, in cui ogni cosa segue il suo conatus, cioè il suo sforzo di perseverare nel proprio essere.
Questo sforzo non è altro che l’essenza stessa di ogni cosa, che si manifesta in modi infiniti e vari.
La perfezione della natura non dipende da una finalità o da un senso imposto dall’esterno, ma dalla sua potenza creativa e dalla sua spontaneità. Come una sorta di panteismo.
Quindi Natura/Dio è un sistema panteista e noi siamo una delle tante espressioni, una delle tante immagini. Non l’unica e non la più importante.
Eppure, quante teorie (soprattutto religiose) sostengono che noi siamo le creature fondamentali, cioè quelle che danno origine e significato a tutto il resto?
Questa ipotesi, però, nasconde un grave pregiudizio in nostro favore, che ci porta a trascurare o a danneggiare le altre creature che condividono con noi il «sistema Mondo». Come se la nostra sopravvivenza a ogni costo fosse l’unica legge da seguire, senza tener conto del valore e della dignità di ogni essere vivente.
Siamo microcosmi collegati tra loro da una moltitudine di altri microcosmi che formano il grande «sistema Mondo».
Dipendiamo dalla natura e dalle sue leggi. Noi siamo parte integrante del progetto naturale, che comprende tutte le altre creature viventi: ogni forma di vita ha una la sua importanza e un ruolo nell’equilibrio ecologico del pianeta.
Come un cervello fatto di neuroni, ogni microcosmo dialoga, interagisce, sostiene e genera azioni che producono a loro volta conseguenze.
Ogni forma di vita HA un VALORE INTRISECO e IRRINUNCIABILE, indipendente dalla sua utilità o gradimento per gli esseri umani. Ogni essere vivente ha una sua dignità, una sua finalità, una sua bellezza, che meritano di essere rispettate e protette. Questo vale sia per le creature umane che per quelle non umane, sia per quelle dotate di razionalità e sensibilità che per quelle prive di queste facoltà.
Sacrificare la vita delle altre creature per salvare la nostra significherebbe violare questo principio di rispetto per la vita, e assumere una posizione di superiorità e dominio ingiustificati. Significherebbe negare il valore delle altre creature, considerarle come mezzi e oggetti e non come soggetti. Significherebbe anche ignorare il fatto che
siamo tutti interconnessi e interdipendenti, e che il bene di ogni creatura è legato al bene del «sistema Mondo».
Questo modo di concepire la natura e Dio trova una conferma nella geometria frattale scoperta da Mandelbrot, che ha mostrato come la natura sia ricca di forme complesse e irregolari che sfuggono alla geometria euclidea.
Queste forme, chiamate frattali, hanno una proprietà sorprendente: sono autosimili, cioè ogni parte è simile al tutto. Ciò significa che la natura ha una coerenza interna e una logica propria, che non dipende da una mente esterna o da un progetto prestabilito.
La natura è perfetta nella sua spontaneità e nella sua varietà, che si esprime in modi infiniti.
Benoît Mandelbrot ha anche applicato la geometria frattale a fenomeni naturali come le coste, le montagne, le nuvole, i fulmini, le piante, i cristalli, i polmoni, il cervello e il battito cardiaco. Ha mostrato come questi fenomeni abbiano una struttura frattale che li rende irregolari ma non casuali, e che li fa adattare alle condizioni ambientali in modo ottimale. Il matematico polacco ha mostrato come questi fenomeni abbiano una struttura frattale che li rende irregolari ma non casuali, e che li fa adattare alle condizioni ambientali in modo ottimale. La natura è funzionale nella sua capacità di adattarsi e di evolversi, seguendo le sue leggi e le sue correlazioni.
Anche la normalità è parte del progetto Natura/Dio.
La morte è una parte essenziale dell’equazione pensata dalla Natura, che ha previsto un equilibrio tra nascita e morte delle creature. Se tutti vivessero per sempre, le risorse del pianeta sarebbero insufficienti a sostenere la vita. L’immortalità porterebbe al collasso del sistema Mondo.
È solo il vuoto del nichilismo che ci attende?
Solo il pieno compimento della propria esistenza, in armonia con il mondo, è il senso supremo e più elevato.
E Oltre la Natura fisica?
Il fatto che il nostro piano fisico sia retto dalla Natura-Mente Creatrice non significa in automatico che non esista anche un Altrove.
Facciamo un’ipotesi: se in noi esiste una parte energetica che può vivere senza il corpo, allora essa potrebbe unirsi al grande sistema energetico che contiene ogni essenza spirituale.
Una mente metafisica, non antropomorfa, che racchiude le miriadi di essenze generate e assimilabili a pensieri.
Quindi avremmo DUE MENTI CREATIVE: una per il piano fisico e una per quello metafisico.
Gli Egizi avrebbero parlato di Cuori che si specchiano, come sopra-così sotto, eternamente collegati e in costante ricerca di armonia e allineamento.
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