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The Book of Boba Fett -This is the end...

Da L’Alambicco Magico episodi 6-7.


Secondo me è andata così:


il copione della sceneggiatura è stato mangiato da un rancor e poi è stata girata la serie. A braccio.

Altrimenti non si spiega la cialtronata scucita attorno alla figura di Boba Fett e che in chiusura di stagione è apparso più evidente che mai.


Episodio 6 è stato ancora una volta un gran bel momento della serie, peccato che, come per episodio 5, si sia messa in scena una pagina di The Mandalorian 3. La presenza di Grogu padawan alle prese con l’apprendistato da Jedi, Luke Skywalker, giovane e solenne, a fargli da maestro e poi Mando che arriva con la tenerezza di un papà con in mano il regalo per il “piccoletto”.


Inoltre ci sono stati tanti cameo golosi, da Ahsoka Tano, già padawan di Anakin Skywalker, a R2 D2 che chiacchiera con Mando, accompagnandolo alla scuola in costruzione vita in alcuni film precedenti.


Ma queste apparizioni risentono della scrittura piatta e poco ispirata di Filoni che evidentemente era in cerca di molti “wow” o effetti nostalgia da parte dei fan della saga. E c’è riuscito, per carità, tuttavia i prodotti di qualità riconoscibili per intensità emotiva, profondità dei personaggi e complessità psicologica sono altri. Ahsoka interagisce sia con mando sia con Luke e ogni volta è poco più di uno scambio sloganistico.


Un momento importante è senza dubbio il flashback del piccolo Grogu, provocato da Luke per sondare il suo passato, che ci riporta alla caduta del tempio Jedi durante l’esecuzione dell’ordine 66. Il ricordo è straziante, Grogu assiste imponente alla morte di molti cavalieri Jedi per poi vedere gli stormtroopers avanzare verso di lui…


Tutto l’episodio oscilla tra nostalgia e attesa. La prima in quanto tributo affettivo in onore della trilogia classica - tuttora la migliore della saga- e la seconda per la terza stagione di The Mandalorian.

E Boba Fett? Ah, già. Questa sarebbe la sua serie…ma, come dicevo, il rancor se magnato er copione e mo’ ciccia.

Vabbeh, diciamo che abbiamo scherzato e che questi 7 episodi sono stati un divertissement prima di vedere la serie su Ahsoka Tano, Obi Wan Kenobi (daje, incrociamo le dita) e, ovviamente, su Din Djarin.

Certo seguire Grogu nei suoi esercizi sull’uso della Forza o ascoltare Luke impartire lezioni in merito alla Legge che regola l’Universo mi hanno divertito e fatto sperare in un finale di stagione scoppiettante.


Ecco il finale. Chi scrive lo sa bene, in una storia il finale è la cosa più importante. E' l’ultima parola, l’ultima immagine della storia che ci portiamo via e resta impressa e, se non ci soddisfa, allora un’ombra tetra di mestizia finirà avvolgere l’intera vicenda.


Episodio 7

In modo coerente, l’ultima puntata di The Book of Boba Fett è un pasticcio sconclusionato come il resto della stagione (a parte episodio 5 e 6).



Un sacco di caos, duelli, sparatorie e dialoghi gestiti con l’ingenuità di un bambino al suo primo tema alle scuole elementari.

Boba Fett, che torna a essere protagonista di alcune scene, resta una figura incolore come i suoi comprimari.


Mando, quando appare, è sempre l’eroe che ruba la scena a tutti gli altri.

Il momento più toccante, per me, è stato l’incontro tra Grogu e il rancor molto nervosetto (forse a causa della sceneggiatura indigesta?)

dove quest’ultimo sembrava sul punto di fare a pezzetti Mando. Fortuna che il piccolo apprendista Jedi lo calma fino ad addormentarlo usando la Forza per accoccolarsi al suo fianco pe riprendere le forze.


La sconfitta del Sindacato Pyke e la morte dei leader a cui si aggiunge la morte insulsa e fuori luogo di Cad Bane per mano di Boba ci portano verso la fine.



Davdi Filoni, lo sceneggiatore, ha scarabocchiato il suo ennesimo erroraccio, eliminando un cattivo interessante, e carismatico e il finale con happy ending di Boba Fett, Fennec Shand e gli altri personaggi che passeggiano per le via di Mos Espa, ora finalmente serena.


Come cantava Jim Morrison

This is the end e speriamo che lo sia davvero!



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