top of page

Lungo le strade di Mos Espa

Da LAlambicco Magico - The book of Boba Fett- S1, ep. 03.



Tutto nel presente. Il terzo episodio della serie dedicata al cacciatore di taglie più famoso dell’universo di Star Wars è ambientato, a differenza dei precedenti, quasi totalmente nel presente.

Boba Fett, come sappiamo, è il daimyo di Tatooine la cui carica corrisponde all’incirca a quella di un signore feudale: egli infatti riceve i suoi “vassalli” che gli offrono tributi di varia natura in cambio di protezione.




Questo episodio ha il pregio immergerci ancor di più negli intrighi e ingiustizie della città.

Mos Espa infatti è tutt’altro che un luogo sereno in cui vivere e Boba Fett ha il suo bel da fare nell’amministrare la giustizia. Egli è un uomo di mondo e sa che spesso le apparenze ingannato. Come nel caso di Lorha Peel, un mercante d’acqua che lamenta d’esser stato derubato da una banda di giovani delinquenti. Il fatto in sé è vero ma, come scopre il daimyo, il mercante applica prezzi da usuraio all’acqua che di fatto diviene un bene proibito in una realtà lavorativa depressa come quella di Mos Epsa. Ecco allora che il furto viene compreso anche se non giustificato. Boba Fett risarcisce il mercante con la somma da lui ritenuta adeguata, ignorando le rimostranze di Lorha Peel che pretendeva un pagamento più cospicuo.


Sebbene l’episodio sia banale nella sceneggiatura e non sempre preciso nella regia, si comprende chiaramente l’intento verso cui tende:

Boba Fett è un eroe positivo al 100%, un capo che mette al primo posto giustizia, lealtà e magnanimità, verso tutti, compresi i nemici sconfitti.

Sempre più politicamente corretto e, lasciatemelo dire, sempre più Jedi, nonostante egli non lo sia. Il suo modo di agire risuonano con gli insegnamenti di Obiwan o Yoda. Non esagero se dico che Boba Fett, clone del cacciatore di taglie Jango Fett, segue la Forza.

Ogni sua azione mira a riequilibrare la bilancia cosmica della Forza, drammaticamente sbilanciata dall’azione dei seguaci del Lato Oscuro.

Boba Fett è:

Animalista. Mostra empatia con il cucciolo di rancor offertogli in dono dai cugini Hutt, parenti del defunto Jabba. Il daimyo si lega alla creatura tramite imprinting ed esprime il desiderio di imparare a cavalcarlo e ciò lascia presagire per il futuro epiche cariche.

Nei toni e nei gesti di Boba Fett traspaiono rispetto e premura per l’animale, specie dopo aver appreso che i rancor non sono solo animali da battaglia ma creature dotate di sentimenti e in grado di instaurare un profondo e saldo legame con l’umano a cui si legano.


Attento alle problematiche giovanili. È il caos della banda di giovani delinquenti verso i quali, invece di randellarli (come meriterebbero) per i toni arroganti e strafottenti, li comprende, li assolda, quindi li recupera socialmente togliendoli, almeno metaforicamente, dalla strada e dando loro un lavoro con cui pagarsi l’acqua e smetter così così di rubare; la banda si rende protagonista verso la fine dell’episodio uno spericolato inseguimento tra le vie della città. A bordo delle loro “motociclette volanti” dai colori sgargianti sembrano una versione sbiadita a metà strada da tra easy rider e gioventù brucata.



Attento alla sicurezza sul lavoro. Infatti, dopo un lungo e duro scontro con il wookiee Black Krrsantan, una delle sue guardie del corpo è rimasta ferita. Boba non esita a offrirgli i servigi curativi della sua vasca Bacta.


Disposto a perdonare anche chi ha tentato di ucciderlo, come nel caso di Black Krrsantan che, inviato dai cugini per farlo fuori, viene invece graziato e liberato. Ecco, difficilmente un feudatario medievale avrebbe agito in questo modo.


La logica del potere infatti prevede che un nemico o lo assoldi o lo elimini. Essa però non appartiene a Boba Fett.

Detto ciò, Boba Fett non sembra agire secondo i principi di un cacciatore di taglie. A dir il vero, ancora non ho capito cosa gli autori hanno deciso per lui. Mi sembrano indecisi o, peggio, confusi. Gli scontri presenti nell’episodio hanno messo in evidenza la sua debolezza (eh sì, proprio così) specie con Black Krrsantan;



se non fosse intervenuta la baby gang insieme a Fennec Shand a dargli man forte, probabilmente la serie sarebbe finita lì…


A proposito, io vorrei più attenzione su Fennec Shand, a mio avviso uno dei personaggi più interessanti della serie.


Anche in questo episodio c’è stato spazio per il passato e mentre Boba Fett si rigenera nella vasca Bacta (di cui ancora non ci è stato detto nulla) in un flashback vediamo cosa è successo alla tribù tusken a cui si era legato.

Il clan è stato decimato e gli esecutori hanno lascito il loro marchio (un simbolo che Boba Fett aveva già visto in precedenza). È una traccia. Sicuramente nei prossimi episodi vedremo compiersi la vendetta del cacciatore di taglie.

Colonne di fumo nero si levano pigre verso il cielo. Il deserto è silente. Le tende brucino e ovunque giacciono i corpi del popolo del mare di sabbia.


CONTINUA...


bottom of page