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L'ALAMBICCO MAGICO

Rassegna editoriale di fantasy, fantascienza e molto altro.


L'alambicco distilla nella serpentina emozioni e pensieri che traduco in parole in questa rassegna che prende avvio oggi; gocce di riflessioni prodotte da libri, serie tv e film. che catturano la mia attenzione.


Eh sì, sono netflix, amazon prime, disney + addicted!


Quelle che leggerete sono mie personali riflessioni (recensioni mi suono troppo pomposo) di serie tv/film E come tali non pretendono di avere carattere universale o assoluto.


Buona lettura e buona condivisione.



The book of Boba Fett

Ep.2


L’alambicco ribolle di emozioni. E per dar ordine e parole alle suggestioni prodotte dalla visione, inizio dalla fine. Per esattezza dall’ultima scena del secondo episodio. Boba Fett non indossa l’armatura ma abiti Tusken, la popolazione di predoni nomadi che vive nel deserto sul pianeta Taooine.

La notte avvolge la scena, illuminata dal falò attorno cui sono radunati i guerrieri Tusken. Tra le scintille che si spandano come coriandoli, la tribù danza. Corpi e bastoni si muovono all’unisono, eleganti e letali, mentre l ‘oscurità si stringe e li avvolge come un mantello.

Questo è il lungo flashback che occupa buona parte della puntata e che, a mio avviso, è decisamente la parte migliore sia di questa sia della prima puntata.


Boba Fett, come narrato nel primo episodio che prende avvio da dove si era interrotta l’ultima puntata della seconda stagione di The Mandalorian, insieme a Fennec Shand sta ricostruendo la sua vita, soprattutto la su identità. Cosa vuole essere? Lo decide passo passo, affrontando le insidie di una società che, a prescindere dal pianeta, dalla galassia o dalla specie, è avidità, egoista e crudele.


L’attore, Temuera Morrison, offre un’interpretazione asciutta come la sabbia del deserto ma efficace.

Il suo Boba Fett, da che prende avvio il flashback, si ritrova senza armatura, né blaster e principalmente senza l’iconico casco, che lo ha reso icona del franchise di Star Wars negli ultimi quarant’anni. Il carisma del personaggio può così emergere e dimostrare che non dipende da quale veste o armatura indossi.

In sintonia con lo spirito di The Mandalorian, anche The book of Boba Fett è un western futuristico, dai chiari toni fantasy. Una narrazione mai volgare o violenta, che sa dar vita a momenti davvero epici, come la mistica danza del finale. Intrattiene, diverte e commuove.

L’assalto al treno

La scena sembra uscita da un film di Sergio Leone Un autentico abbordaggio a cavallo (speeder bike), con colpi di fucili, lancio di rampini, velocità e adrenalina. Ci sono vittime da entrambe le parti ma, alla fine, Boba Fett riesce nell’impresa. Prende il controllo del treno e lo fa deragliare tra le dune. Da mercenario sulla via della redenzione, dà ai Pyke una possibilità di salvezza: li lascia liberi di camminare fino alla prima città e, per sopravvivere nel deserto, fa consegnare a ciascun di loro un melone nero, il frutto di cui si nutrono di Tusken. Ucciderli tutti e lasciare le loro carcasse nel deserto sarebbe stato più facile e sbrigativo, tuttavia Boba sta cambiando.

Non è più solo un sicario, non ha combattuto per soldi, ma per rispetto nei confronti di una popolazione che ha imparato a conoscere e a stimare.

Nella prima puntata lo avevamo visto letteralmente rinascere dalle viscere del verme del deserto (un sarlacc, creatura onnivora semi-senziente simile ad una pianta), da cui era stato divorato in Il ritorno delle Jedi, ferito, esausto, annullato nel corpo e nella mente. Boba risorge, tra polvere e sangue, pronto a forgiare il suo nuovo destino.

Iniziazione

La vittoria riportata con l’assalto la treno, consacra Boba Fett agli occhi dei Tusken che lo omaggiano di una grande privilegio: vestirlo con i loro abiti, simbolo di appartenenza, coraggio e valore.

La fiducia, la lealtà e il coraggio hanno costruito un ponte che ha permesso a due mondi in apparenza inconciliabili (il mercenario e la tribù del deserto) di superare ogni ostacolo linguistico e culturale e ogni pregiudizio.

Lo scambio è da ambo le parti: Boba offre la sua esperienza in tattica e tecniche di battaglia; i Tusken lo iniziano all’arte della lotta con il bastone, che detta così sembra una stupidata ma quel bastone usato in quel modo è davvero micidiale! Lo accettano, lo fanno uno di loro.

L’iniziazione prevede tre passi:

  1. Forgiare l’arma. In questo caso è intagliare il bastone Gaderffii da un legno che Boba ha raccolto nel deserto sotto l’effetto della spezia. Dare forma con le proprie mani all’arma significa compiere un incantesimo, ha un profondo valore magico-alchemico: due essenze - uomo e arma- si uniscono in modo mistico ed eterno.

  2. Gli abiti. Boba Fett riceve le vesti da guerriero ed è un onore altissimo nella cultura Tusken. Egli se le è meritate con coraggio e temerarietà. Soprattutto ha dimostrato di mettere le necessità di Tusken (del clan) prima dei propri (del singolo).

  3. La danza notturna. Essa rievoca le cerimonie di veglia dei cavalieri feudali al termine delle quali avveniva l’investitura. Così Boba Fett danza insieme ai guerrieri Tusken. La scena è emozionate, mistica ed epica. Per me la migliore delle due puntate.


Se amate il genere, recuperate le puntate disponibili su Disney + e godetevi lo spettacolo.

The book of Boba Fett è solo agli inizi, dove ci condurrà il viaggio?


Se volete leggere i fumetti di Boba Fett, e di The Mandalorian, quest'ultimo in due versioni inglese e italiana, cliccate sull'immagine



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