BENDE MAGICHE: il misterioso potere del bendaggio delle mummie egizie
Una mummia che rispetti deve avere le sue bende!
Un "linguaggio" segreto
La parola egizia per indicare le bende funebri era "wyt", un termine strettamente legato a concetti come "imbalsamare", "luogo dell'imbalsamazione" e "imbalsamatore". Questo legame linguistico sottolinea l'importanza rituale di questo gesto: avvolgere il corpo nelle bende significava prepararlo per il viaggio nell'aldilà, proteggerlo e al tempo stesso fornigli amuleti e incantesimi che lo aiutassero a "rinascere al nuovo giorno"; si tratava di un proceidmento tecnico, spirituale e allo stesso tempo mistico, che richiedeva una profonda conoscenza dei misteri della vita e della morte.
Strumento sacro
Avvolgere il corpo del defunto nelle bende era un atto carico di significato simbolico. In Egitto, coprire o nascondere gli oggetti sacri era un modo per preservarne la sacralità e la potenza. Così, attraverso il processo di mummificazione, il corpo diventava un'immagine sacra, destinata a durare in eterno e pronta ad accogliere il ba che periodicamente doveva fare ritorno nella tomba.
Mentre ogni parte del corpo veniva bendata, il sacerdote recitava incantesimi specifici per proteggerla e rianimarla nell'aldilà.
Nella sala-laboratorio, i profumi delle resine e deli olii si mischiavano ai canti salmodiali che salivano in volute invisibili, sperando il confine tra i mondi.
Tessere ricordi, poteri e vita metafisica
La maggior parte delle bende utilizzate per le mummie erano in realtà tessuti riciclati: lenzuola, indumenti e spesso anche abiti di pregio.
Le bende egizie: l'abbigliamento sostenibile dell'Antico Egitto! ♻️ Nessun fast fashion qui, solo lino riciclato e tanto stile.
Su questi tessuti si potevano trovare ancora i segni del loro utilizzo precedente, come macchie di lavaggio o ricami. A volte, era possibile leggere il nome o il titolo del defunto, un tocco personale che legava indissolubilmente l'individuo alla sua ultima dimora.
Lacrime e lino
Un'antica descrizione, ritrovata sulle pareti di alcune tombe del Nuovo Regno, ci offre uno spaccato emozionante di questo rituale. Le parole di un parente, pronunciate prima che la mummia venisse sigillata nella sua tomba, ci parlano di un addio doloroso e di un profondo rispetto per il defunto: "Guai, guai. Ahimè questa perdita! Il buon pastore è andato nella terra dell'Eternità, lui che camminava, ora è fermo, legato e confinato. Lui che aveva così tanto lino fine, e così volentieri lo ha indossato, dorme ora nei suoi indumenti dismessi di ieri".
A partire dalla XVIII dinastia la pratica di imbalsamazione toccò il suo apice e ben definendo le sue fasi; ciò val eanche per le bende che da questo momento vennero appositamente prodotte per le mummie.
L'evoluzione delle bende
Nel corso dei secoli, le tecniche di mummificazione si sono evolute. Inizialmente, i corpi venivano avvolti in pelli di capra, ma ben presto si passò all'utilizzo di strisce di lino. Con il tempo, le bende divennero sempre più elaborate, con l'aggiunta di tessuti colorati (durante la XIX dinastia) decorazioni e testi religiosi. Nel periodo greco-romano, le bende raggiunsero il loro apice di complessità, con motivi geometrici intricati che avvolgevano il corpo come una preziosa opera d'arte. Rammentiamo che sin dai tempi remoti, il bendaggio era accompagnato dall'inserimento di decine di amuleti aprotropaici che venivano inserti tra le bende. Occhio di Horus, chiave Ankh, nodo di Iside, pilastro Djed sono solo alcuni dei più famosi e usati.
Ciascuno, in comibnazione con gli altri e con il vasto formulario, parteciapva alla magia protettiva-rigenerativa dell'anima del defunto.
Durante la fase cristiana, ci fu un cambiamento di rotta: le bende vennero sostituite da abiti più belli di cui il defunto disponeva, abitutidine in voga ancora oggi.
Le bende delle mummie sono una testimonianza affascinante della cultura e delle credenze dell'antico Egitto. Attraverso lo studio di questi preziosi reperti, possiamo ricostruire un mondo perduto e comprendere meglio il significato profondo che gli egizi attribuivano alla morte e all'aldilà.
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