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Antico Egitto: amuleti e altri segreti per vincere la morte!


antiche scoperte- tra miti e misteri dell'antico egitto


Durante il Nuovo Regno (Cronologicamente, si colloca tra la XVIII e la XX dinastia, coprendo un arco temporale che va circa dal 1550 a.C. al 1070 a.C.) l'uso degli amuleti conobbe un vero e proprio boom, si atra i vivi che i morti.

Era impensabile uscire tuti i gionri per andare nei campi, o a caccia o al tempio senza avere con sé due o tre amuleti protettivi. Bisognava difendersi dagli animali pericolosi e particolarmetne irritabili, come l'ipppotamo o gli scorpioni. I serpenti poi, guai a disturbali mentre schiacciavano un pisolino!


i serprenti ereano temuti e rispettati per il loro potere ancestrale
non disturbare il sonnellino del piccolo cobra!

E che dire degli anatemi lanciati dai vicini invidiosi, parenti gelosi o figli viziati?


La vita era già abbastanza dura senza bisogno di inasprirla esponendosi agli accidenti umani e divini.

Chi era così pazzo da andarsene in giro senza la giusta protezione magica?

Ecco che l'Occhio di Horus o una Ankh o uno scarabeo trovava sempre posto come ciondolo o bracciale.


Gli amuleti erano veri e propri strumenti magici, utilizzati quotidianamente per proteggersi dalle malattie e per svariati altri scopi. La loro importanza era tale che venivano spesso posti sui corpi dei defunti, nella convinzione che potessero continuare a proteggerli anche nell'aldilà.


Ad esempio, pochi conoscono l'amuleto usato come copertura per le ferite da imbalsamazione. Immaginate una piccola placca, spesso d'oro o di metallo, posta sopra l'incisione praticata per estrarre gli organi interni. Questa sorta di "cerotto" aveva spesso l'occhio di Wadjet inciso sopra, un simbolo potente che offriva protezione al defunto.


Gli Egizi non lasciavano mai nulla al caso nè al caos.

Un altro amuleto molto diffuso era il TIT, detto anche nodo della dea Iside.



Il potente amiuleto di Iside era particolarmente ricercato
Nodo TIT di Iside in corniola rossa

La sua forma, simile a un nodo, era legata a Iside, la potente dea madre dell'antico Egitto. Si credeva che portasse protezione e fosse associato alla fertilità femminile. Veniva indossato sia da uomini che da donne e spesso realizzato in materiali preziosi come il diaspro rosso o la corniola.

Attestato nella formula 156 del LIBRO DEI MORTI specificava che l'amuleto andava posizionato sul collo della mummia per garantirne l'integrità.

Così come iside con la sua forza divina, sconfigge i nemici che minacciano Horus, coloro che hanno un cuore malvagio, allso tesso modo la dea protegge il defunto e lo tutela nel suo periglioso viaggio verso l'imortalità.



L'anima si fa in tre!

L'anima egizia era concepita come una complessa entità, suddivisa in diverse componenti, ognuna con un ruolo specifico nell'aldilà e nella vita terrena.


Vediamo insieme alcune di queste parti:

  • Il ka, l'anima del defunto, era rappresentato da un piccolo amuleto e veniva posto sul cuore della mummia. L'aspetto vitale e personale dell'individuo, il "doppio" che accompagnava la persona durante la vita e sopravviveva alla morte. Era considerato l'aspetto più importante dell'anima e veniva nutrito con offerte alimentari.

  • Il ba, l'anima con la testa di uccello, veniva aggiunto più tardi, spesso sul petto. Era la manifestazione fisica dell'anima e poteva lasciare il corpo durante il sonno e visitare il mondo dei vivi e dei morti.

  • l'akh, simbolo dell'anima immortale. Lo spirito beato, che raggiungeva lo stato divino dopo un processo di purificazione e trasformazione nell'aldilà.

  • Ib: Il cuore, considerato il centro delle emozioni e della coscienza. Durante il giudizio dell'anima, il cuore veniva pesato contro la piuma della verità.

  • Ren: Il nome, considerato parte integrante dell'identità di una persona e fonte del suo potere.

  • Questi amuleti, insieme ad altri come l'ankh (simbolo della vita) e il cuore iab, avevano lo scopo di proteggere il defunto nel suo viaggio nell'aldilà e di assicurargli una serena esistenza nell'oltretomba.



Ci vuole sempre la chiave giusta!

Gli antichi Egizi credevano che l'Ankh, fosse un potente amuleto capace di proteggere il defunto nel suo viaggio nell'aldilà. Questi preziosi talismani, spesso realizzati in lapislazzuli, feldspato o corniola, venivano posti sul cuore della mummia, come se fossero un talismano per l'anima.


Menzionati nei capitoli 26, 29 e 30 del Libro dei Morti, gli Ankh erano considerati essenziali per garantire al defunto la vita eterna.



Nell'antico Egitto, gli amuleti erano molto più che semplici ornamenti. Vanitosi un po' lo erano, però certe cose le prendevano molto sul serio.


Certi simobli era veri e propri talismani potenti, pensati per proteggere i defunti nel loro viaggio nell'aldilà.

Uno dei più comuni era il poggiatesta, posto sotto il capo della mummia per impedire che si staccasse o che venisse rubata. Spesso decorato con incantesimi protettivi, si credeva che questo amuleto avesse il potere di risvegliare l'anima del defunto.

Un incantesimo in oartioclare veniva inciso su di esso ed era tratto dai Testi dei Sarcofagi n. 232 e dal Libro dei morti n. 166:


"... possano risvegliare la tua testa all'orizzonte. Solevati così che tu possa essere trinfante contro ciò che è stato fatto ocontro di te, perchè Ptha ha abbattuto i tuoi nemici, ed è comandato che si agisca contro coloro che ovrrebbero farit del male... La tua testa non ti sarà tolta nè ora nè in seguito."

esempio di poggiatesta con catiglio reale
poggiatesta di epoca tolemaica

Ma gli amuleti non si limitavano alla testa: venivano posizionati su tutto il corpo, come scudi contro le forze del male e come guida per l'anima smarrita.

Occhi di falco, scarabei, serpenti e divinità varie erano solo alcuni degli innumerevoli simboli che accompagnavano i defunti nella loro ultima dimora, offrendo loro protezione e speranza di una vita eterna.


Sethi II aveva una collana di amuleti avvolta a spirale attorno alle gambe, dalla cavilgia la ginocchio; ne facevano parte occhi wadjet, scarabei e piccoli sfingi.

Per quale motivo si adagiassero le sfigni sulle gambe non è ancora chiaro.


Ogni amuleto ha il suo posto!
Disposizione degli amuleti nel bendaggio della mummia

Durante il Terzo Periodo Intermedio (1070 a.C.-664 a.C.) e il periodo Tardo (664 a.C.-332 a.C), gli amuleti conobbero una nuova fioritura. Immaginate di aprire un sarcofago di quell'epoca: sareste avvolti da una miriade di simboli sacri, ognuno con un potere specifico.


La dea Maat, simbolo della verità e della giustizia, vegliava sui defunti sotto forma di piuma.

Il segno del nefer, che rappresentava la bellezza e la perfezione, prometteva una vita eterna.


IL falco HOrus rappresentava la regalità fin dal periodo protodinastico
c'è sempre un piccolo Horus che veglia su di te!

E poi, serpenti avvolti intorno al collo, come guardie fedeli, proteggevano dalle forze del male. Scarabei, simbolo di rinascita, e occhi di Horus, che tutto vedevano, erano posti strategicamente sul corpo, offrendo una protezione completa.



Era come se ogni mummia fosse una costellazione di amuleti, ognuno con una storia da raccontare e un prodigio stellare da realizzare.

Ankh, Udja Seneb!



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